Chi si
informa regolarmente della vicende bianconere, sa bene come diverse teste di
ponte giornalistiche (per non usare un altro genitivo) abbiano particolarmente
a cuore l’attacco sistematico nei confronti della Juventus; solitamente gli
argomenti si riducono a due, qualche giocatore scontento, in rotta di collisione
con tecnico e società, cercato dai club di mezzo mondo e pronto a fare le
valigie (a dimostrazione che allora forse i nostri non sono così scarsi), o la
questione arbitrale, andando a scovare micro episodi insignificanti in grado,
secondo loro, di cambiare il volto alle partite.
Superfluo fare
i nomi, tra gli altri, di Enrico Varriale, la cui mancata imparzialità è aggravata dal fatto di essere
vicedirettore di Rai Sport, e dal quale sarebbe logico pretendere equidistanza nei giudizi,
e di Paolo Ziliani, divenuto “famoso” negli anni 90 e ora relegato a scrivere articoli
trasudanti bile sul Fatto Quotidiano, (la cui linea marcatamente anti-juventina
della sezione sport mi persuase anni or sono a non rinnovare l’abbonamento), nei
quali accusa la Juventus di ogni nefandezza possibile e immaginabile non appena ne ha l'occasione.
Giornalisti,
che come tali sarebbero costretti a separare i fatti dalle opinioni, ma che
preferiscono farsi trasportare dal tifo da curva, evidentemente frustrati dai
successi della Juve in questi anni; per un giorno mi piacerebbe però rovesciare
la medaglia e fingere di avere uno di loro dalla nostra parte (sia chiaro, non
lo vorrei nemmeno in un milione di anni) per analizzare il singolare comportamento
del Torino F.C. ogni qualvolta sia finita ad affrontare l’avversaria di turno della Vecchia Signora al titolo nazionale in questi nove anni.
In B nella
stagione 2011-2012, quella del primo scudetto targato Antonio Conte, i granata vengono
promossi al termine di quell'annata e nel campionato successivo riescono a
salvarsi per il rotto della cuffia acciuffando un sedicesimo posto finale; in
quel torneo fu il Napoli ad impensierire Madama per circa due terzi della
stagione e la partita della trentesima giornata tra granata e partenopei finì
con un clamoroso 3-5 nonostante gli uomini di Ventura si trovassero addirittura in
vantaggio per 3-2 a dieci minuti dalla fine.
Leggi anche l'articolo sulle bufale ai danni della Juventus
Il
campionato successivo fu decisamente migliore per la seconda squadra della
città sabauda, dal momento che l’undici guidato ancora dall'ex C.T. della nazionale riuscì addirittura a
raggiungere il settimo posto e la conseguente qualificazione in Europa League:
eppure la Roma, seconda classificata quell'anno e il Napoli terzo, riusciranno
nuovamente ad aver ragione dei granata con delle reti realizzate curiosamente nei
minuti di recupero.
E’ la volta
del campionato 2014-15 con i giallorossi secondi a diciassette punti dai bianconeri,
in grado di passeggiare 3-0 nello scontro dell’Olimpico con i granata, mentre
dalla stagione successiva sarà il Napoli la squadra designata ad aver facile
gioco sui prati verdi dello stadio di proprietà del comune di Torino: 1-2 nel
Maggio 2016, addirittura 0-5 lo stesso mese dell’anno successivo (dopo che il Toro costrinse la Juve al pari casalingo la partita prima), 1-3 nel campionato 2017-18 e
2018-19.
La partita
con l’Inter di ieri sera è storia recentissima, uno 0-3 che non lascia molto
campo alle discussioni, con gli uomini di casa fuori dalla partita dopo una manciata di minuti.
Immaginiamo
il tweet di uno dei giornalisti di cui sopra, che improvvisamente volesse
sposare la causa bianconera:
“c’è una certa squadra che quando affronta la
rivale della @juventusfc nella lotta scudetto regolarmente perde senza
combattere o lo fa stranamente all’ultimo istante”,
oppure
“oltre alla morte e
alle tasse aggiungete tra le cose certe della vita la sconfitta casalinga del
@torinofc contro la rivale di turno della Juventus per lo scudetto”.
Sia chiaro:
queste sono solo congetture di quart’ordine, e nessuna persona sana di mente potrebbe pensare che i granata
cedano ogni anno il passo volontariamente agli avversari per fare un dispetto ai
cugini (anche se magari inconsciamente non si può dire mettano lo stesso
livello di impegno visto nei derby), tuttavia questo dimostra quanto sia facile
voler vedere sospetti e complotti nelle pieghe della realtà, così come fatto da
Ziliani in uno dei suoi ultimi post su Istagram, nel quale ha paragonato la media punti della Juve con gli arbitri della
precedente generazione rispetto a quelli attuali, dimenticando il fatto che, va da sé, una squadra pluri-scudettata
normalmente realizzi più punti rispetto ad uno dei periodi neri della propria storia.
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