Mancano ormai poche ore alla partita che si disputerà allo stadio Atleti Azzurri d'Italia tra Atalanta e Juventus, valevole per la tredicesima giornata di campionato, impegno storicamente duro per i nostri che nelle ultime due trasferte in terra bergamasca hanno rimediato solamente due pareggi per 2-2.
Lo stadio, neanche a dirlo, si preannuncia tutto esaurito, con i locali pronti a mettere in campo il 110% delle proprie energie come da prassi per ogni avversario dei campioni d'Italia, anche se, fuori dal campo, il rapporto tra le due società rimane naturalmente ottimo, grazie anche ai numerosi affari di mercato che hanno portato in bianconero diversi giocatori della Dea e viceversa.
Proviamo a ricordare in questo articolo i cinque calciatori più importanti arrivati a vestire la maglia bianconera dopo la militanza atalantina, dovendo per forza di cose lasciar fuori alcuni nomi importante come Tacchinardi, Porrini, Fanna, Prandelli o il talismano porta fortuna Simone Padoin.
Posizione n.5
Paolo Montero
Uruguaiano, classe 1971, l'attuale allenatore della Sambenedettese viene ricordato ancora oggi dai supporters di lunga data di Madama come esempio di difensore insuperabile, spesso ruvido oltre maniera (suo il poco invidiabile record di cartellini rossi ricevuti in Serie A con 16), ma dalla grande tecnica e duttilità, cosa che lo ha portato anche ad adattarsi controvoglia (celebri le discussioni con Marcello Lippi per questo motivo) al ruolo di laterale sinistro.Nove stagioni in bianconero, condite da 277 presenze e sei reti, ne fanno uno dei calciatori più amati dell'era moderna dai tifosi bianconeri di tutto il globo; il suo grande attaccamento alla maglia viene spesso preso da esempio dalle nuove generazioni e il lungo periodo di militanza sabauda ha letteralmente impresso in lui il marchio dello stile Juve, da sfoderare ancora oggi all'occorrenza.
Quando vorrete dimostrare agli altri cosa significa essere juventino, ripescate questo video: sentite cosa risponde ad un giornalista che prova a giustificare una brutta prestazione dei suoi calciatori tirando in ballo la solita argomentazione arbitrale, pluri-utilizzata ai tempi moderni per giustificare fallimenti e sconfitte.
Scopri come rispondere all'affermazione "la Juve ruba"!"
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Posizione n.4
Pippo Inzaghi
Super Pippo arrivò alla Juve molto giovane nel 1997 (aveva solo 24 anni) dopo aver disputato una stagione eccezionale all'Atalanta ed essersi messo in luce con la realizzazione di ben 25 reti in 34 presenze; in quell'annata i numeri di Inzaghi furono così incredibili (segno praticamente contro tutte le squadre del torneo) da non lasciare indifferenti le alte sfere bianconere, che vollero portarlo a Torino per affiancare la sua concretezza e il suo fiuto del goal all'estro di Alex Del Piero.
La presunta leggerezza del duo d'attacco bianconero, preso di mira fin da inizio stagione dalla stampa anti-juventina, nei fatti fu smentita dai numeri dei due calciatori, con l'attaccante emiliano capace di chiudere la stagione con la bellezza di 27 reti all'attivo, delle quali ben 6 (in 10 presenze) all'esordio in Champions League.
La presunta leggerezza del duo d'attacco bianconero, preso di mira fin da inizio stagione dalla stampa anti-juventina, nei fatti fu smentita dai numeri dei due calciatori, con l'attaccante emiliano capace di chiudere la stagione con la bellezza di 27 reti all'attivo, delle quali ben 6 (in 10 presenze) all'esordio in Champions League.
Nelle altre tre stagioni alla corte della Vecchia Signora, Inzaghi non ha mai fatto mancare il suo contributo in fase realizzativa, chiudendo l'avventura in bianconero con la bellezza di 89 reti e una media goal superiore a 0,5 a partita.
Le presunte incomprensioni con Del Piero e l'esplosione di David Trezeguet, più adatto fisicamente a far coppia con il capitano bianconero, minarono un po' il rendimento del calciatore nelle ultime fasi torinesi, e lo stesso fu ceduto al Milan nel 2001.
Posizione n.3
Antonio Cabrini
Una delle icone del calcio di una volta, campione del mondo 1982 e soprannominato il "bell'Antonio" per la sua faccia pulita e per i riccioli sbarazzini, Cabrini rappresentò in un epoca piuttosto difensivista del calcio italiano, una mosca bianca tra i difensori di fascia, data la sua naturale propensione allo sganciamento offensivo tipico dei terzini moderni.
I suoi trascorsi giovanili da ala, uniti alla sua tecnica, la sua potenza e all'abilità nel tirare i calci da fermo, sono ancora oggi ricordati dagli juventini di vecchia data e Cabrini viene tuttora considerato come uno dei più forti laterali sinistri di tutti i tempi.
Prelevato dall'Atalanta in Serie B nel 1976, il difensore originario di Cremona disputò tredici stagioni con la maglia della Juventus, squadra della quale divenne ufficialmente il capitano nell'ultimo anno e con la quale conquisto il record, condiviso insieme a Gaetano Scirea, di primo giocatore a vincere tutte le competizioni ufficiali UEFA per club.
Chiuderà la carriera al Bologna dopo 442 presenze in competizioni ufficiali con la Vecchia Signora e l'ottimo bottino di 52 reti.
I suoi trascorsi giovanili da ala, uniti alla sua tecnica, la sua potenza e all'abilità nel tirare i calci da fermo, sono ancora oggi ricordati dagli juventini di vecchia data e Cabrini viene tuttora considerato come uno dei più forti laterali sinistri di tutti i tempi.
Prelevato dall'Atalanta in Serie B nel 1976, il difensore originario di Cremona disputò tredici stagioni con la maglia della Juventus, squadra della quale divenne ufficialmente il capitano nell'ultimo anno e con la quale conquisto il record, condiviso insieme a Gaetano Scirea, di primo giocatore a vincere tutte le competizioni ufficiali UEFA per club.
Chiuderà la carriera al Bologna dopo 442 presenze in competizioni ufficiali con la Vecchia Signora e l'ottimo bottino di 52 reti.
Posizione n.2
Cristian Vieri
Un amore durato meno di dodici mesi, quello tra Bobo-goal e la Juventus, eppure in grado di lasciare mille rimpianti se si considera la straordinaria esplosione avuta dall'attaccante toscano nelle stagioni successive.
Giunto in bianconero dopo le annate promettenti nelle serie minori e la stagione disputata con la maglia dell'Atalanta, Vieri lasciò soltanto intravedere parte del suo enorme potenziale a Torino, nonostante la partenza col botto e il goal nella partita d'esordio con la Reggiana.
Finito ai margini per buona parte della stagione, anche a causa di alcuni dissapori con l'allenatore Marcello Lippi (si narra addirittura di una scazzottata negli spogliatoi nell'intervallo di uno Juve-Atalanta), seppe gradualmente conquistarsi spazio in squadra fino ad arrivare al culmine della forma in primavera; particolarmente notevole il percorso in Champions League, dove trovò la via della rete in 4 occasioni, mentre furono 8 le segnature in campionato a fronte di 23 presenze.
Giunto in bianconero dopo le annate promettenti nelle serie minori e la stagione disputata con la maglia dell'Atalanta, Vieri lasciò soltanto intravedere parte del suo enorme potenziale a Torino, nonostante la partenza col botto e il goal nella partita d'esordio con la Reggiana.
Finito ai margini per buona parte della stagione, anche a causa di alcuni dissapori con l'allenatore Marcello Lippi (si narra addirittura di una scazzottata negli spogliatoi nell'intervallo di uno Juve-Atalanta), seppe gradualmente conquistarsi spazio in squadra fino ad arrivare al culmine della forma in primavera; particolarmente notevole il percorso in Champions League, dove trovò la via della rete in 4 occasioni, mentre furono 8 le segnature in campionato a fronte di 23 presenze.
Nonostante l'impegno della dirigenza bianconera per il rinnovo del contratto a fine stagione, Vieri preferì accasarsi all'Atletico Madrid, squadra nella quale restò soltanto un anno prima di tornare in Italia e fare le fortune di Lazio prima e Inter poi.
Posizione n.1
Gaetano Scirea
Non poteva che concludersi con un vero esempio di umanità e sportività questa piccola carrellata di calciatori transitati dall'Atalanta alla Juventus; Gaetano Scirea non fu soltanto il capitano di una delle miglioro ere dalla Vecchia Signora, ma anche e soprattutto uomo immagine, incarnazione perfetta della lealtà e della signorilità tipica juventina.
Libero dall'intelligenza sopraffina, non ebbe mai bisogno di ricorrere a falli cruenti o interventi scomposti per fermare gli avversari, ma fece sempre leva sulle sue grandi doti di anticipo e su un senso della posizione fuori dal comune.
Mai espulso in tutta la sua lunghissima carriera, Scirea amava affrontare le partite e la vita con coraggio, che infondeva anche ai compagni negli spogliatoi e nelle cene che era solito organizzare a casa sua per cementare il gruppo, come dimostra anche il suo stile di gioco, fatto di discese in avanti ad iniziare l'azione per sfruttare le sue doti tecniche sopraffine.
Campione del mondo nel 1982 e primo giocatore a potersi fregiare, insieme ad Antonio Cabrini, del titolo di vincitore di tutte le competizioni europee per club, divenne vice allenatore della Juventus al termine delle quattordici annate passate in bianconero, durante le quali raccolse la bellezza di 554 presenze che lo collocano tutt'oggi al terzo posto tra gli juventini di tutti i tempi.
Libero dall'intelligenza sopraffina, non ebbe mai bisogno di ricorrere a falli cruenti o interventi scomposti per fermare gli avversari, ma fece sempre leva sulle sue grandi doti di anticipo e su un senso della posizione fuori dal comune.
Mai espulso in tutta la sua lunghissima carriera, Scirea amava affrontare le partite e la vita con coraggio, che infondeva anche ai compagni negli spogliatoi e nelle cene che era solito organizzare a casa sua per cementare il gruppo, come dimostra anche il suo stile di gioco, fatto di discese in avanti ad iniziare l'azione per sfruttare le sue doti tecniche sopraffine.
Campione del mondo nel 1982 e primo giocatore a potersi fregiare, insieme ad Antonio Cabrini, del titolo di vincitore di tutte le competizioni europee per club, divenne vice allenatore della Juventus al termine delle quattordici annate passate in bianconero, durante le quali raccolse la bellezza di 554 presenze che lo collocano tutt'oggi al terzo posto tra gli juventini di tutti i tempi.
La sua carriera e la sua vita furono purtroppo stroncate il 3 Settembre 1989, quando rimase vittima di un incidente d'auto in Polonia, ma il ricordo della sua signorilità, della sua lealtà e del suo essere juventino, rimarranno per sempre nella memoria di milioni di tifosi.
Sperando che la classifica vi sia piaciuta vi lascio con il video del grande Gaetano Scirea.
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