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L'atteggiamento della squadra è apparso effettivamente, come fatto notare oggi dal giornalista Roberto Perrone nel suo editoriale per il Corriere dello Sport, come quello di chi appare quasi annoiato dalla troppa superiorità, teoria tra l'altro rilanciata in qualche modo anche da altri addetti al mondo Juve. In altre parole la Vecchia Signora ha bisogno di stimoli per dare il meglio di sé, e pensando inconsciamente dopo i pareggi di Inter e Lazio, di aver praticamente già chiuso la pratica, si è presentata nella città partenopea con un atteggiamento quasi da gita premio.
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A Napoli però fanno da sempre (anche se ancora non mi è ben chiaro il perché, vista la differenza netta di blasone e obiettivi delle due società) della partita con Madama una questione, sportivamente parlando, di vita o di morte, cosa che sa bene anche Maurizio Sarri.
Già, proprio l'allenatore bianconero che secondo alcuni ben informati avrebbe irritato parecchio persino Andrea Agnelli con le sue dichiarazioni di fine partita, nelle quali ammetteva candidamente che nonostante l'evidente fastidio per la sconfitta, fosse in qualche modo contento per la gioia provata dall'ambiente azzurro.
Affermazioni gravi? Sicuramente no, ma con un pizzico di buon senso, visto anche l'isteria dell'ambiente per questo nuovo stop, si sarebbero potute tranquillamente evitare. Così come si sarebbe potuto evitare di ritrovarsi agli ultimi giorni di mercato di fronte ad improvvisate trattative di scambio, messe in piedi più per esigenze di bilancio che per reale necessità tecnica.
Sostenere che le operazioni Kurzawa per De Sciglio o Paquetà per Bernardeschi possano tecnicamente impattare in maniera importante sulla seconda parte della stagione bianconera sembra sinceramente azzardato, e anche l'eventuale cessione di Emre Can, che spero non venga venduto per una cifra inferiore ai trenta milioni (Politano e Vecino vengono valutati, ad esempio, 25), sembra ad oggi alquanto complicata.
Se pensiamo poi a come è stato gestito il caso di Mario Mandzukic, mandato in Qatar in cambio di quattro noccioline, e ai contemporanei botti di mercato dell'ex direttore generale bianconero Beppe Marotta, le perplessità sull'inesperienza degli attuali uomini mercato juventini crescono a dismisura.
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Infine è da notare l'attuale imbarazzante silenzio con il quale si giocano praticamente tutte le partite interne della Juventus; la Curva Sud è stata attraversata da note vicende giudiziarie, nelle quali non intendo minimamente addentrarmi (anche perché non sufficientemente documentato), ma non sarebbe il caso di far qualcosa per risolvere questa situazione e far tornare lo Stadium la bolgia di una volta?
Le scorie di Napoli si stanno facendo sentire, e l'impressione che questo sia il momento più delicato della stagione sta diventando sempre più forte di ora in ora. Dopo le prossime partite con Fiorentina, Verona, Milan/Torino nella semifinale di Coppa Italia e soprattutto Lione in Champions League, avremo probabilmente le idee più chiare e scopriremo se il progetto rimane valido, come vado sostenendo da inizio stagione, o se questo rappresenterà una sorta di anno zero bianconero.
In ogni caso, si combatte e non ci si arrende. Fino alla fine.
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