"La notte porta consiglio", si dice, ed è per questo che ho aspettato l'intera durata del riposo solare per stilare questo articolo, onde evitare di farmi prendere la mano dalla rabbia e dallo sconforto.
Dopo una buona tazza di caffellatte e alcuni dolcetti domenicali, posso tranquillamente affermare di aver parzialmente ritrovato al mia abituale serenità di giudizio, anche se le sensazioni sgradevoli della sera precedente faticano ad abbandonarmi.
La Juve perde nuovamente in trasferta, la terza sconfitta nelle ultime cinque partite disputate lontano dalle mura amiche, ma a preoccupare, più che le battute d'arresto, che se vogliamo in un campionato di trentotto partite possono anche risultare fisiologiche, è il modo con il quale queste sconfitte sono capitate.
In particolar modo le ultime due, Napoli e Verona, sono state subite da squadre sulla carte più deboli, che ci hanno battuto semplicemente con l'intensità di gioco e con la voglia. Tutto qui? Si, tutto qui!
La Juve ieri, come a Napoli, ha affrontato la gara con svogliatezza, scarsa condizione fisica e poca, pochissima attenzione. Gli errori tecnici, troppo banali per giocatori che fino a qualche mese fa non sbagliavano praticamente mai, si stanno susseguendo ad una velocità innaturale, frutto che qualcosa nella testa dei protagonisti non va.
Si sussurra che i giocatori non seguano più l'allenatore, o che non abbiano sufficiente fiducia nei suoi sistemi, nelle sue idee e nelle sue capacità di condurre il gruppo alla vittoria, tanto che altrimenti si faticherebbe a comprendere i cali di concentrazione della squadra, ogni qual volta passi in vantaggio.
Ma le radici di questa prima parte di stagione strana (anche se, per ora, mal che vada questa sera sempre in testa) sono secondo me da ricercarsi ben più in profondità. Nelle parole di Gigi Buffon, che ad esempio dopo Napoli parla di squadra che avrebbe vinto la partita se fosse stata decisiva, ma che in quella situazione ha faticato a rimanere sul pezzo, o nelle reti prese da situazione di vantaggio, quasi come se questi otto anni di dominio avessero inculcato nella mente dei giocatori la convinzione di essere, in un modo o nell'altro imbattibili.
E inoltre c'è ancora la voglia di lottare e di soffrire per un obiettivo divenuto "normale" come quello dello scudetto? Il nuovo allenatore, oltre che migliorare le qualità del gioco, avrebbe dovuto anche resettare la testa dei calciatori, per infondere nuovi stimoli, solleticando l'orgoglio dei nuovi, ma anche e soprattutto dei senatori, accusati sotto Max di vincere pur non essendo la squadra "migliore".
Maurizio Sarri, abilissimo fino alla passata stagione con gruppi di outsider a cavare il succo dalle rape, si sta per la prima volta confrontando con una squadra più grande di lui, e le difficoltà sembrano venire piano piano a galla.
Maurizio Sarri, abilissimo fino alla passata stagione con gruppi di outsider a cavare il succo dalle rape, si sta per la prima volta confrontando con una squadra più grande di lui, e le difficoltà sembrano venire piano piano a galla.
Siamo di fronte al primo grande bivio stagionale: o si riesce a ripartire da zero, dando tutto da qui alla fine per evitare di veder trionfare Conte, o inevitabilmente si sarà destinati ad una stagione di transizione, che per quanto doloroso possa sembrare, era da mattere, dopo otto anni, in preventivo.
Pagelle
Szczesny 5 - Alcune buone parate, ma errore grossolano sulla rete veronese annullata dal Var. E dopo Napoli è la seconda in poche partite.
Cuadrado 4,5 - Poco incisivo in avanti, troppo distratto dietro.
De Ligt 5 - Parte bene, con la solita grande grinta, ma finisce per farsi trascinare dalla mediocrità generale.
Bonucci 3 - Errore da principiante che costa, di fatto, la partita.
Alex Sandro 4,5 - Non va mai oltre l'ordinario, molto spesso sotto.
Pjanic 4 - Non ne imbrocca una nemmeno per sbaglio, con l'aggravante dello sciagurato assist a Borini.
Rabiot 5 - Impreciso, svogliato, lo specchio della squadra.
Bentancur 4 - Quando ti metti a fare avventurosi colpi di tacco nei pressi della tua area è probabile che tu possa pagarla. E' giovane, speriamo l'abbia capita.
Douglas Costa 5 - Fa vedere qualche buono spunto, prima dell'ennesimo infortunio. Con un fisico così fragile, lo dico per il suo bene, forse occorrerebbe interrogarsi sull'opportunità di continuare l'attività professionistica.
Higuain 4 - Lo definirei un fantasma, se non fosse che la silhouette sembra cominciare lentamente ad ingrossarsi.
Ronaldo 6,5 - Gli avrei dato 9 in caso di vittoria, per il goal mostruoso, da campione. Ma purtroppo predica da solo in un deserto di nulla.
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Dybala 5 - Buono l'assist per Cristiano, sembra assurdo non farlo giocare dall'inizio.
Ramsey 4,5 - E' tutt'ora uno dei più grandi punti interrogativi della stagione. Corre, si sbatte, ma di concreto lascia poco in eredità.
De Sciglio sv - Stralunato nei pochi minuti in campo, dopo un cambio senza alcun senso logico.
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