La Lazio e la Supercoppa del mondo


Photo by Paskwiki, CC BY-SA 3.0
Ormai lo sanno anche i sassi, e non potrebbe essere diversamente dato l'enorme risalto mediatico che ne è susseguito: la Lazio si è aggiudicata la Supercoppa italiana battendo nettamente 3-1 la Juventus, bissando peraltro il successo ottenuto pochi giorni prima in campionato sempre col medesimo punteggio.

Che i biancocelesti abbiano meritato entrambe le vittorie (per amor di verità più quella in coppa di quella in campionato, frutto di episodi e decisioni arbitrali discutibili) non è un fatto opinabile, ma l'entusiasmo scaturito dal veder perdere gli otto volte dominatori del campionato contro gli stessi avversari per due partite consecutive, ha probabilmente dato il largo a considerazioni, a mio avviso, un tantino sopra le righe.


Gli uomini di Inzaghi si sono indubbiamente dimostrati nel doppio impegno ravvicinato più squadra,  fisicamente e mentalmente più preparati ad entrambe le sfide, ma considerarli, come qualcuno si è spinto a fare, del livello o addirittura più forti in senso assoluto della Juventus, risulta essere esercizio alquanto complicato.

La Lazio viene da un filotto di vittorie in campionato impressionante, ma pensare che la forma dell'undici capitolino rimanga questa fino a Maggio sembra alquanto improbabile; lo dico fin da ora, a rischio di clamorose figuracce: la società del presidente Lotito non è un'avversaria per lo scudetto e terminerà verosimilmente il campionato dal terzo posto in giù.


L'enfasi con la quale giornalisti, addetti ai lavori, tifosi e la stessa società stanno celebrando la vittoria ottenuta in terra araba mi ha ricordato quella del Napoli, stagione 2011-2012, quando per la conquista della Coppa Italia, trofeo da sempre considerato secondario, venne addirittura organizzato un giro in città sul pullman scoperto, o quella più recente del Milan, sempre per la vittoria in Supercoppa a Doha contro i bianconeri.

Tutto ciò lascia pensare che nelle menti di chi ha ottenuto queste vittorie (la Coppa Italia si può portare a casa tecnicamente vincendo tre partite sulle cinque del percorso, la Supercoppa è un match di 90/120 minuti) esista ben radicata la consapevolezza di aver già compiuto una sorta di miracolo, e che in epoca di cannibali, pure le briciole assumano un'enorme importanza.


Provate ora a chiudere gli occhi e ad immaginare che a trionfare allo stadio dell'Università Re Sa'ud di Ryad, martedì sera, fossero stati i nostri. Quanto sarebbero durati i festeggiamenti e le celebrazioni? Probabilmente meno di 24 ore, il minimo sindacale, per concentrarsi sui futuri ben più importanti obiettivi.

Spiace averla persa, brucia, come sempre quando accade di veder festeggiare gli avversari, ma ricordiamoci che stiamo sempre parlando del quarto obiettivo stagionale in ordine di importanza, almeno per noi. 

Per altri evidentemente, ciò che dalle nostre parti viene considerato appena un gradino sopra all'ICC estiva, assume il significato di appuntamento più importante dell'anno,in quanto unica occasione di portare a casa qualcosa.

Che dire se non... sentitissimi auguri.

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