Le radici (immotivate) dell'astio fiorentino


Qualche giorno fa coloro che tra di voi hanno avuto la bontà di leggermi, si saranno accorti che mi sono divertito ad occuparmi dei motivi di una delle rivalità più intense del calcio italiano, quella tra Juventus ed Inter; oggi, anche in seguito alle recenti polemiche intercorse tra le due società dopo l'ultima partita di campionato, sono andato a verificare quali sono stati i fatti scatenanti di un'altra acredine molto sentita nel calcio nostrano, quella tra Fiorentina e Juventus.
Anche in questo caso il passo da fare non sarà breve, dato che occorrerà tornare indietro di quasi un secolo, e più precisamente alla stagione 1928-29, quando la governance del pallone italiano decise di formare due gironi nazionali da 16 squadre, con le prime otto di ciascun gruppo destinate a formare la Serie A dell'anno successivo e le altre relegate in Serie B.
All'epoca racimolare trentadue squadre professioniste si rivelò impresa molto ardua e per completare i gironi si decise di ripescare diverse compagini di semi dilettanti, come la Fiorentina, che, scaraventata nello stesso girone della Juventus*, finì per essere strapazzata nello scontro diretto da un perentorio 11-0.
In riva all'Arno, più che la spietatezza del punteggio, non digeriranno mai il titolo comparso il mattino dopo su un quotidiano sabaudo:
Firenze, un... dici nulla?
Passarono 25 anni di scontri più o meno tranquilli, quando alla quinta giornata di ritorno, del campionato 1952-53, i viola subirono un'altra pesante sconfitta al Comunale di Torino, dove vennero seppelliti da un pesantissimo 8-0; a non andare giù questa volta alla compagine toscana, fu la spietatezza con la quale i bianconeri affrontarono la gara, nonostante due infortuni, occorsi rispettivamente sul risultato di 2-0 e 4-0, avessero ridotto gli avversari in nove uomini (all'epoca non erano consentite le sostituzioni) nel secondo tempo.
Il 18 Settembre 1960, davanti ad oltre settantamila spettatori, Juventus e Fiorentina si affrontarono a San Siro nella finale della Coppa Italia, e furono ancora i bianconeri a prevalere, questa volta di misura, per 3-2, dopo i tempi supplementari, ma per il vero casus belli, se così lo vogliamo definire, occorrerà attendere l'ultima partita della Serie A 1982-83, con le due squadre appaiate in testa alla classifica, ed attese da due insidiose trasferte.


Se a Catanzaro però, la Vecchia Signora si imporrà ad un quarto d'ora dalla fine grazie ad un calcio di rigore trasformato da Brady (professionale fino alla fine nonostante avesse saputo da poco di essere stato già venduto), i gigliati non riusciranno ad andare oltre al pareggio a reti bianche a Cagliari, vedendo così sfumare il sogno tricolore; dopo quasi quarant'anni, dalle parti di Firenze, tuttavia si continua a reclamare per un goal annullato al proprio attaccante Ciccio Graziani, giudicando inoltre il rigore assegnato ai bianconeri più che generoso, ma le immagini e le moviole dell'epoca sembrerebbero lasciare pochi dubbi sulla bontà delle decisioni arbitrali.
Curiosamente sarà lo stesso Graziani, questa volta sulla panchina viola, a vivere in prima persona un altro fattaccio tra le due squadre: è il 1990 e al Comunale di Torino si disputa tra le due eterne rivali la finale di andata della Coppa Uefa.
Gli ospiti, pur dominando il primo tempo, andranno al riposo sull' 1-1, ma finiranno per subire altre due reti nella ripresa, con l'incontro parzialmente condizionato, questa volta si, da discutibili decisioni arbitrali: la seconda marcatura bianconera infatti fu viziata da una spinta di Casiraghi su un difensore avversario, con la Fiorentina che si vedrà negare anche un probabile calcio di rigore nel finale.
Al culmine della rivalità sportiva inoltre, la società del capoluogo toscano, pesantemente indebitata, sarà costretta, da lì a pochi giorni, a cedere l'idolo della tifoseria Roberto Baggio proprio agli odiati rivali, scatenando una vera e propria rivolta in città. Per ironia della sorte, nella stagione successiva, lo stesso Baggio si rifiuterà di calciare un rigore nella partita del Franchi contro la sua ex squadra, accettando poi di raccogliere una sciarpa della Fiorentina lanciata in regalo dagli spalti al momento della sostituzione.
Negli anni successivi le due formazioni manterranno intatta la rivalità sportiva, pur non avendo di fatto altre occasioni di sfidarsi per obiettivi importanti.
E siamo tornati ai giorni nostri, con le parole al veleno del presidente Rocco Commisso all'indirizzo del vice presidente bianconero Pavel Nedved, reo di averlo invitato ad una maggiore calma e serenità di giudizio.
Forse il neo proprietario del club viola, da poco sbarcato in Italia dopo una vita di affari negli Stati Uniti, avrebbe fatto bene a rivedere le immagini degli applausi commossi del popolo fiorentino alla delegazione bianconera, in occasione dei funerali del povero Davide Astori, per comprendere che rinfocolare veementi polemiche inutili per episodi piuttosto insignificanti, può risultare davvero controproducente e contrario allo spirito di lealtà sportiva.
La rivalità sportiva proseguirà negli anni, con la speranza che le due squadre possano presto tornare a competere per gli stessi obiettivi, ma per allora, l'augurio è che, a parlare, ci saranno persone dotate di maggiore saggezza...

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