Siamo nei minuti di recupero di Verona-Juventus; in un mondo parallelo i nostri, dopo il gran goal di Cristiano Ronaldo, tengono alta la tensione, e riescono a limitare le prevedibili sfuriate di un tostissimo avversario.
Al novantesimo, come da consuetudine, il quarto uomo espone sulla lavagnetta in dotazione l'ammontare dei minuti di recupero, ma sia il nostro tecnico, Maurizio Sarri, che i protagonisti in campo, occasionalmente in maglia bianca, non si fanno distrarre da una vittoria ormai certa.
Eppure capita, anche nelle migliori giornate, che una piccola disattenzione rischi di costarti la partita: lo scatenato Borini fugge sulla sinistra, illudendo la marcatura, fino a quel momento attentissima di Cuadrado, si ricava uno spazio per metterla in mezzo, la palla passa ed arriva sui piedi di Pazzini, che la controlla per un istante, ma poi è costretto a lasciarla, causa l'evidente trattenuta di Bonucci che lo trascina per terra.
Il pubblico di casa esplode in un boato inferocito, i tifosi juventini sugli spalti e a casa vedono gelarsi il sangue nelle vene, comprendendo che quel rigore, proprio non si può non fischiare. Gli istanti dopo il fattaccio sembrano infiniti, si aspetta la fine dell'azione e il più che probabile richiamo dell'arbitro dalla sala VAR, per rivedere l'azione incriminata.
Peccato, era una vittoria praticamente già ottenuta, che con tutta probabilità svanirà nei minuti di recupero. Gli istanti però continuano a succedersi e diventano secondi, poi minuti. L'occhio elettronico non ha clamorosamente nulla da eccepire sull'azione e la partita termina così, con Madama a portare a casa altri tre preziosissimi punti.
Si è vinto, è vero, ma già sappiamo quello che ci toccherà subire in settimana. I vari Varriale, Pistocchi, Ziliani, Tancredi Palmeri e Bonolis si scateneranno sui social e nei vari interventi che terranno, sostenendo quanto sia impossibile competere per le loro rispettive squadre in un sistema che favorisce sempre i potenti; le trasmissioni Rai, infarcite di personaggi che non fanno mistero della loro scarsa simpatia nei confronti della Juventus, analizzeranno l'episodio da ogni angolo, e le interviste ai vari Moratti, Galliani, Commisso, Della Valle, tutti "fregati" più o meno recentemente dalla cupola bianconera, campeggeranno nelle prime pagine dei due quotidiani sportivi più noti.
I più temerari, vista anche l'importanza del momento, con tre squadre a darsi battaglia punto a punto, comprendendo che ogni errore in questo momento della stagione può risultare decisivo, si spingeranno a sollecitare interrogazioni parlamentari, arrivando fino ai ministri e strappando un parere disgustato financo al Presidente del Consiglio, che tralasciando per un momento i problemi del paese, invocherà la tanto necessaria "riforma del calcio" per gli anni a venire.
Poi però, ad un tratto, con la velocità di un respiro, il mondo parallelo cessa di esistere, e si torna a quello reale. Ci si accorge che la Juve a Verona ha perso meritatamente, e che a beneficiare dell'episodio è stata una delle sue rivali, la Lazio, nella sua partita appena disputata a Parma. L'allenatore emiliano D'Aversa urla e strepita non a torto, davanti alle TV, di essere stato fortemente penalizzato, ma il suo sfogo finisce lì, un po' come quello di un bambino al parco che ha appena litigato con l'amichetto, e che per quanto pianga non riceverà che una pacca sulla spalla di sufficienza dall'adulto di turno.
Nessuno si prenderà la briga di fare titoloni sui giornali, né il bravo condottiero del Parma sarà eletto a capopopolo dai tifosi del resto di Italia: "che ci vuoi fare, Robertì, succede! Se tutti però ci lamentassimo al minimo episodio, dove andrebbe a finire la sportività?" commenteranno quelli che hanno appena dedicato la settimana alle sfuriate senza senso di Commisso e Fonseca.
Sui giornali nessun ex-arbitro dal recente passato nella massima serie, ci avvertirà, senza meglio precisarne i motivi, che si rischia una "nuova calciopoli", e le sue parole non potranno essere ripetute nelle chiacchiere del giorno dopo.
Del resto la Juve questa volta non è coinvolta, nel mondo reale, a chi vuoi che importi?
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